SAUL BELLOW: Ne muoiono più di crepacuore
Titolo originale: More Die of Heartbreak
1ª edizione originale 1987 William Morrow and Company
1ª edizione italiana 1987 Mondadori (traduzione Marco e Dida Paggi)
“Ne muoiono più di crepacuore” è il classico romanzo bellowiano di idee più che di intreccio. L’argomento ve lo dico con una frase presa a pagina 9 della mia copia Mondadori:
«Sono secoli che ci facciamo rincretinire dall’amore.»
Il libro parla dunque dell’Amore, ma dell’Amore secondo Bellow, inteso ironicamente come “splendore ed escrementi” (è sua la definizione). Con le sue cinque mogli e dunque quattro alimenti, ha sguazzato per tutta la vita nelle paludi matrimoniali, ne ha viste di cotte e di crude, e fidatevi, l’amore raccontato da lui non ha uguali in tutto il panorama letterario mondiale.
«Uno scatto al termostato ed ecco che esplode il calore dell’amore, una bomba incendiaria che vi riduce in cenere.»
Voce narrante della vicenda è Kenneth Trachtenberg, che mosso dal desidero di vivere vicino allo zio Benn, lascia Parigi e gli studi di letteratura russa per l’assai meno suggestivo Midwest americano. Lo zio si rivela ben presto per quello che è, e cioè un botanico di fama mondiale, esperto di licheni, ma assolutamente impreparato di fronte al complicato mondo della quotidianità e relazioni interpersonali. Ecco le parole di Kenneth:
«Un visionario con i vegetali, un tonto con le donne.»
Kenneth è un nipote devoto e vorrebbe aiutare lo zio soprattutto nelle faccende sentimentali, ad esempio per scoraggiarlo quando scopre che intende sposare una donna dei quartieri alti, molto più giovane di lui e fin troppo smaliziata. Ma lui stesso non è affatto un tipo scaltro, anzi i suoi rapporti con l’universo femminile sono a dir poco disastrosi. Con tanta buona volontà Kenneth intavola con lo zio lunghe discussioni sul pianeta donna annessi e connessi. Di seguito alcuni esempi:
«Il punto allora è: perché nessuno ci rinuncia? Se l’amore ci ferisce tanto a fondo che dappertutto se ne vedono i danni, perché non mettere la testa a partito e piantarla lì subito?»
«È per via dell’infinità del desiderio» dissi io «o anche perché si spera in un colpo di fortuna.»
Zio e nipote si troveranno a che fare con il gentil sesso e coinvolti in una serie di vicende drammatiche e tragicomiche che Bellow, fine osservatore dell’animo umano e intenditore descriverà con un dirompente flusso narrativo.
Non vi racconto altro per non togliervi il gusto della lettura ma voglio dirvi un’ultima cosa: il romanzo non è affatto una frivolezza, intanto è infarcito di citazioni erudite come Bellow ci ha abituato, e poi è pieno zeppo di disquisizioni sulla scienza, sui modelli sentimentali sul matrimonio e figli da educare e sui diversi modi di vivere la sessualità. Lo stile è lucido, ironico, spietato, una goduria per ogni buon lettore. Tenete sempre a mente che sotto il cinismo di Bellow c’è un uomo alla ricerca del calore salvifico dell’amore, anche se…
Il cuore gonfio d’affanno ha ucciso molti uomini. E si può tranquillamente concludere che ne muoiono più di crepacuore che per via delle radiazioni.
Ecco.
Buona lettura e alla prossima!