LOUISE ERDRICH: La casa tonda
Titolo originale: The Round House, 2102
Casa editrice: Feltrinelli, 2013 – 384 pp.
Ho appena terminato “La casa Tonda” ed ecco qua il mio commento a caldo. Mi sono avvicinata a questo romanzo per conoscere qualcosa di più degli ultimi indiani d’America e dei loro diritti calpestati, una minoranza un po’ dimenticata da noi europei d’oltreoceano.
«È il 1823. Gli Stati Uniti hanno quarantasette anni e l’intero paese si fonda su questo: arraffare terra indiana più in fretta che si può e in tutti i modi possibili e immaginabili.»
La Erdrich (indiana Chippewa per parte di madre) prende spunto da un rapporto di Amnesty International del 2009: «una donna indiana su tre sarà violentata nel corso della vita, stupri commessi per la gran parte da non indiani e pochi di essi perseguiti dalla legge.»
La vicenda che sceglie di narrare è infatti uno stupro avvenuto in una riserva indiana del North Dakota. La moglie del giudice Coutts subisce un’aggressione efferata, dopo la violenza l’uomo tenta di bruciarla viva cospargendola di benzina ma lei riesce a scappare. La faccenda presenta molti lati oscuri, soprattutto è senza dettagli perché Geraldine si chiude in un mutismo assoluto, rifiuta il cibo e si rintana nel buio della propria stanza, lasciandosi cadere in una profonda depressione.
Il problema in due parole è questo: ci sono due polizie che operano all’interno della riserva, quella indiana e quella federale, ma se non si sa il luogo del misfatto a chi tocca indagare ed emettere la sentenza? Il colpevole seppur individuato non potrà essere condannato per via del cavillo legale. Il Giudice è sconvolto, annichilito dalla reazione estrema della moglie che non intende collaborare, ma Joe, il figlio tredicenne non ci sta, rivuole indietro sua madre, “vuole tornare al Prima” e comincia a indagare per suo conto con i pochi indizi che carpisce dalle discussioni degli adulti. E si convince presto di una cosa importantissima: sua madre conosce il suo aggressore.
«Mamma, ascolta. Lo troverò e lo brucerò. Lo ucciderò per te.»
Joe però non è solo nel suo tormento, perché ha Cappy, amico fedele e quasi un fratello e poi ci sono Zack e Angus, la banda dei quattro. Non vi svelo altro della trama per non togliervi il gusto della lettura.
Ho letto il romanzo in quattro giorni, e questo la dice lunga su quanto il libro scorra via veloce, però ho alcune critiche da fare.
Intanto cosa mi è piaciuto: 1) La vicenda di per sé struggente e incredibilmente attuale. 2) I personaggi di Joe e Cappy. 3) Il capovolgimento del ruolo genitore/figlio, Joe impara molto dal trauma e comincia a notare cose degli adulti che sono “poco da adulti” come la certezza che i grandi non arriveranno mai alla soluzione del mistero. 4) L’atteggiamento di Joe, che proprio negli anni delle “tempeste ormonali” si trova a dover fare i conti con la parola “stupro”, che è la violenza sulle donne e per di più la donna di cui si sta parlando è sua madre. 5) Joe che deve fare i conti con l’idea di giustizia e quindi: è lecito farsi giustizia da soli se non c’è una Giustizia dello Stato?
Questo è invece cosa mi è piaciuto di meno: 1) le tante scorribande di Joe e dei suoi amici che tolgono attenzione alla vera vicenda. 2) qualche divagazione di troppo che spezza il ritmo serrato del romanzo. 3) Il finale, forzatissimo, messo lì a casaccio. Luoise non ti perdonerò mai questo scivolone, poteva essere un grandissimo libro.
Altre cose: mi sarebbe piaciuto conoscere molto di più dei nativi americani, della vita nelle riserve, della loro cultura e tradizioni, la scrittrice però non si è prodigata molto su questo aspetto. Ho trovato suggestive le antiche leggende indiane narrate dal vecchio zio Mooshum sul wiindigoo, lo spirito del male (ne avrei volute ancora!) ma sarebbe stato più bello se le avesse narrate ai ragazzi intorno al fuoco, piuttosto che farle ascoltare per caso a Joe, durante i suoi sogni da vecchio demente.
Rimane comunque un libro accattivante che mi è piaciuto leggere e vi dirò di più, ho intenzione di sciropparmi tutta la trilogia!
Buona lettura e alla prossima!