Joseph Roth: La cripta dei cappuccini

JOSEPH ROTH
La cripta dei cappuccini (Die Kapuzinergruft, 1938)

cripta

Da tempo avevo questo libro in lista e non potevo trovare  momento migliore per leggerlo che dopo la mia recente vista viennese.

La Cripta dei Cappuccini è la cappella che ospita le tombe degli imperatori e delle imperatrici dell’Austria, ma nel romanzo di Roth è molto di più: rappresenta l’Austria imperiale che per secoli  ha riunito in modo egregio sotto un’unica corona, genti e popoli diversi tra di loro.

Il romanzo è un canto d’amore che accompagna la fine del regno austro-ungarico nella sua rovinosa caduta fino all’avvento del nazismo.

Nella prima parte della storia il protagonista, ultimo rampollo di una nobile famiglia, trascorre la sua vita gaia insieme agli amici, sebbene un’ ombra di morte ricorra più volte nel testo: “la morte stringeva le sue mani ossute nei nostri calici che bevevamo”. Nella seconda parte assistiamo alla prima guerra mondiale, il dopoguerra e il malinconico declino della famiglia Trotta.

Come la critica ha ben sottolineato, il breve romanzo non  descrive fatti, quanto atmosfere, il passaggio da una vita ben definita e rassicurante allo smarrimento dei valori, delle convinzioni, delle consuetudini  dopo la dissoluzione dell’Impero.  Memorabile il finale in cui Roth sembra affermare che in ogni sconvolgimento storico, ciò che salva è la memoria delle proprie radici. Mi è piaciuto, lo consiglio.

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