José Saramago, Cecità
Titolo originale: Ensaio sobre a Cegueira, 1995
Genere: critica sociale, fantascienza apocalittica
Feltrinelli Editore (288 p.)
Un virus non identificato rende improvvisamente ciechi… se non vi turbano gli scenari apocalittici e non ne avete ancora abbastanza di contagi e pandemie, leggete questo libro illuminante.
Considerato il capolavoro dello scrittore Nobel portoghese José Saramago, “Cecità” ha una trama incredibilmente attuale: in un tempo e un luogo non precisati, un’intera popolazione è colpita da un’inspiegabile epidemia e diventa cieca. All’improvviso gli occhi delle persone vedono tutto bianco e ogni cosa sparisce e perde forma. I malati di “mal bianco” vengono emarginati, in attesa di capire le caratteristiche del virus e soprattutto per tenere al riparo la popolazione dal contagio.
All’interno della struttura in cui i contagiati sono segregati, la convivenza sociale diventa presto drammatica e Saramago ci mostra tutto l’orrore di cui l’uomo è capace. Le reazioni psicologiche dei malati passano da una prima fase di panico e spaesamento ad una spirale di violenza e sopraffazione.
All’inizio troviamo i sono i soliti furbetti, ciechi senza scrupoli che si presentano due volte a ritirare il cibo, ingannando il cieco che distribuisce i viveri, pur sapendo che qualcuno resterà senza mangiare, ma ciò è niente rispetto all’evoluzione dei gruppi sociali delle varie camerate che vedrà il ricrearsi di vere e proprie mafie sul controllo degli approvvigionamenti, a discapito della frazione debole della popolazione (quando in realtà ci sarebbe cibo a sufficienza per tutti). Assistiamo dunque a un crescendo allucinante di violenza, che è davvero simile a una “guerra tra poveri”, perché si tratta di persone che vivono tutte il medesimo incubo di cecità.
Il romanzo è una potente metafora e Saramago sembra volerci dire che è questa la natura dell’uomo, bestie in lotta per la supremazia senza scrupoli etici, che per raggiungere i propri scopi, non esitano a macchiarsi di comportamenti infamanti. In realtà in queste pagine c’è molto di più, c’è un’evidente critica alla società contemporanea, diventata cieca dopo aver smarrito il senso di solidarietà: l’egoismo rende ciechi anche se non lo si è realmente.
Cecità è un romanzo duro e spietato eppure, a ben guardare, è illuminato di speranza e mostra la strada per uscire dalla barbarie, perché il modo per potersi salvare c’è, ma non ve lo dico, perché dovete leggere il libro.
C’è un’ultima cosa che vale la pena di sottolineare, ed è lo stile spiazzante di Saramago. Vi avverto, è una scrittura non facile, bisogna un po’ abituarsi ai suoi dialoghi che non fanno uso dei due punti o virgolette: le frasi sono tutte di seguito, separate da virgola, ed è la lettera maiuscola a farci percepire che è cambiato il soggetto che parla. Vi lascio un brano esplicativo, per stuzzicare la vostra curiosità:
Perché siamo diventati ciechi, Non lo so, forse un giorno si arriverà a conoscerne la ragione, Vuoi che ti dica cosa penso, Parla, Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, Ciechi che vedono, Ciechi che, pur vedendo, non vedono.
Buona lettura e alla prossima!