AL CINEMA
Gregorio Servetti incontra la donna dai capelli color mogano.
Le luci in sala si abbassano, la proiezione sta per cominciare.
E’ passato giusto un quarto d’ora dall’inizio, quando la visione viene disturbata dal fascio di luce che si incanala nel buio della sala.
La pesante tenda rossa di velluto è stata aperta per consentire l’entrata di due ritardatari.
«Hai visto? Abbiamo fatto tardi, odio i film già iniziati» dice una voce femminile.
«Abbiamo perso soltanto dieci minuti e comunque era meglio il film che davano all’Odeon» risponde una voce maschile.
Le battute seppur pronunciate a bassa voce, sono state chiaramente udibili.La coppia prende posto appena dietro di lui.
Greg è paralizzato per aver riconosciuto la voce di Manlio, subito dopo le sue narici hanno intercettato una fragranza di Bulgari Blu, un profumo che ha su di lui lo stesso effetto ammaliatore del canto delle sirene per Ulisse.
Si possono chiudere gli occhi per non vedere, ma non si può chiedere al naso di non odorare. Da quel preciso momento la concentrazione è compromessa, non ha più coscienza di luogo e spazio, le immagini scorrono difettose davanti a suoi occhi e i dialoghi arrivano frammentati come se l’audio fosse disturbato. I suoi sensi lavorano riuniti insieme per captare ogni dettaglio proveniente dalla fila dietro la sua, un piccolo movimento, un bisbiglio o soltanto un respiro. Il profumo di lei inebria l’anima, ingarbuglia la mente, rimescola lo stomaco.
Le alternative sono obbligate: andarsene o cambiare di posto.
Decide per la seconda. Si alza come se avesse un peso sulla schiena e in posizione gobba, con la faccia incassata tra le spalle, percorre i pochi metri fino al muro, vuole evitare di essere riconosciuto. Prende posto in ultima fila, nella poltrona angusta, quella fin troppo piccola per le sue misure da marcantonio.
Sarà una sofferenza tenere le gambe rattrappite per l’intero film, ma è nulla in confronto a ciò che hanno patito i giovani soldati sterminati in massa dal fuoco nemico.
Brano estratto dal capitolo 12 del romanzo:
“Il fossile vivente e la donna dai capelli color mogano” di Fabiola Gravina