POLEMICA SUI ROMANZI DISTILLATI
La pubblicazione di romanzi in versione accorciata – «distillati non riassunti» – da parte dell’editore Centauria (gruppo Rcs) è stata accolta con ironia, critiche severe e insulti dal mondo culturale.
La collana è distribuita solo in edicola. Le prime due uscite sono “Uomini che odiano le donne” di Stieg Larsson (240 pagine invece delle 688 dell’originale) e Venuto al mondo di Margaret Mazzantini (200 pagine invece di 540).
Non sono tipo da “distillati”, per me i libri vanno letti interi, qualsiasi taglio falserebbe l’intento dello scrittore. Eppure questa operazione commerciale non mi scandalizza. A mio parere la lettura è un’esperienza che rende migliori e vale la pena promuovere, anche ricorrendo a trucchi accattivanti per accaparrarsi la fetta dei non-lettori. Nello stesso tempo credo ci siano opere impossibili da condensare e questo gli editori lo sanno bene. Due le cose che più mi incuriosiscono: chi decide cosa e quanto tagliare? E ancora: funzionerà davvero un romanzo accorciato?