Fëdor Dostoevskij – Povera gente, 1847
Povera gente è il romanzo d’esordio del venticinquenne Fëdor Dostoevskij, che riscosse subito consenso dalla critica.
Impostato come romanzo epistolare racconta attraverso lo scambio di lettere, la vicenda del quarantenne Makar Djevuskin, funzionario statale e di Varvara Dobrosjelova, giovane orfana molto povera, che Makar prenderà sotto la sua ala protettiva. I due abitano nei quartieri poveri di Pietroburgo in squallide camere e sono dirimpettai, con le finestre affacciate sullo stesso cortile.
Si scambiano lettere per l’impossibilità di frequentarsi, in quanto Makar, non vuole suscitare pettegolezzi sul loro rapporto la cui natura non è mai chiarissima: il funzionario decide di prendersi cura dell’orfana per pietà ma la copre di regali come un vero innamorato.
Non conoscevo per niente questo romanzo e devo dire che mi ha appassionato fin dalle prime lettere. L’attenzione di Dostoevskij per la miseria umana, per le umiliazioni da subire, per i comportamenti deprecabili o al contrario nobili e pietosi sono temi ben rappresentati e ci regalano pagine commoventi. Romanzo breve e coinvolgente mi è piaciuto molto e lo consiglio come primo approccio a questo immenso scrittore russo.