Tartt: Dio di illusioni

DONNA TARTT
Dio di Illusioni (titolo originale:  The secret history, 1992)

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Mi sono avvicinata a questo romanzo con grandi aspettative che in parte sono state soddisfatte. La Tartt ha uno stile elegante e ricercato, condito con una buona dose di cultura classica, ricco di citazioni in latino e greco.

Mi è piaciuta molto la struttura del romanzo sotto forma di racconto di uno dei protagonisti, con l’evento tragico svelato subito, fin dalle prime pagine.

 Emozionante il crescendo delle situazioni che hanno spinto e motivato l’omicidio, credibili  le ambientazione e le descrizioni del suggestivo Vermont.

Bella anche la caratterizzazione dei cinque studenti del Campus (quattro  ricchi, sofisticati e cinici, cui si aggiunge un provinciale squattrinato) che frequentano un corso di greco antico. Il professor Julian è un esteta che esercita sugli allievi un forte ascendente e in maniera inconsapevole spinge i ragazzi a commettere un crimine di inaudita violenza.

A mio parere la parte centrale è prolissa e ripetitiva, ed è un vero peccato, perché rallenta il ritmo e fa calare l’attenzione che riprende poi bene nell’epilogo. I pigri weekend consumati tra stordimenti di alcol e droga diventano troppo monotoni e non aggiungono niente alla sottile psicologia dei personaggi .Troppe le pagine dedicate alle compresse di aspirina, calmanti e antidolorifici in genere (per tutti i farmaci citati sembra un prontuario per informatori medici) e a tutta la gamma di alcolici e superalcolici presenti nel mercato, con relativi postumi da intontimento e sbronze colossali.

Rimane comunque un buon romanzo che fa riflettere sul modo di vivere la giovinezza, sull’amicizia, sulle illusioni e sulla ricerca del bello e del puro assoluto. Sfoltendo un po’ le pagine, sarebbe stato un romanzo eccellente. 

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