Domenico Starnone, Lacci

Domenico Starnone: Lacci

Einaudi, 2014

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« Se tu te ne sei scordato, egregio signore, te lo ricordo io: sono tua moglie. Lo so che questo una volta ti piaceva e adesso, all’improvviso, ti dà fastidio.»

Comincia così questo questo splendido romanzo.
E che romanzo! Doloroso, lucido, terribile, non facile da digerire ma perfetto: nella sua costruzione e nella sua prosa, fluida, cristallina. Il triangolo amoroso, lui-lei-l’altra raccontato da Starnone scava nell’essenza del tradimento, descrive lo sfacelo di una famiglia in cui rabbia e recriminazione prendono il sopravvento sull’amore.
Quando Vanda viene abbandonata dal marito, crollano tutte le sue certezze.

« Credi che io sia cieca, che sia insensibile, che non me ne sia accorta? Mi dicevo: calma, non significa niente. Perchè mi pareva inconcepibile che potesse piacerti un’altra, ero convinta che se ti ero piaciuta una volta ti sarei piaciuta per sempre.»

E succede che le devastanti conseguenze della crisi coniugale travolgono tutti i componenti della famiglia, nessuno è escluso perché tutti sono connessi, legati da lacci invisibili. I figli Anna e Sandro, persino Labes, il gatto di casa, ha la sua storia da raccontare. Mi è piaciuto tantissimo, lo consiglio agli amanti del genere.

Buona lettura e alla prossima!

Fabiola

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