McCarthy: Cavalli selvaggi

CORMAC McCARTHY
Cavalli selvaggi (Titolo originale: All the Pretty Horses, 1992) 

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Un magnifico romanzo di iniziazione e di scoperta, il viaggio di John Grady e Rawlins, due giovanissimi texani che in sella ai loro cavalli scappano in Messico in cerca di fortuna.

Troveranno un mondo diversissimo da quello dove sono nati, altri costumi e regole spietate, un’esperienza che li catapulterà bruscamente dall’adolescenza all’età adulta.

Sullo sfondo la natura immensa, con i meravigliosi e ampi paesaggi messicani dove i cavalli pascolano allo stato brado.

Una narrazione asciutta e ritmica alla Faulkner con un inizio quasi disorientante, in cui non si capisce bene chi sia a parlare e cosa stia succedendo, alla Faulkner, appunto.

Lo stile è elegante e raffinato, capace di evocare tante emozioni condensandole in poche parole. Interi dialoghi sono scritti in Messicano e senza note, ammetto di aver avuto in diversi casi il bisogno di un traduttore per non perdermi nemmeno una parola.

La storia corre fluida, con pochi personaggi ben descritti attraverso stringati dialoghi proposti senza l’uso di virgolette o discorso diretto.

La voglia di libertà e di indipendenza, la passione tipica della giovinezza, traspare in ogni pagina. Non capisco nulla di cavalli ma amo gli animali e sono rimasta incantata dal profondo rapporto che si può instaurare tra uomo e cavalli, che sembrano avere un’anima, gioiscono e soffrono e sono un tutt’uno con i loro padroni. Situazioni da ‘far west’ che mi sono estranee, eppure l’atmosfera è così magica e appassionante che il libro diventa calamita, avrei voluto che non finisse mai.

Quando si arriva all’ultima scena, al finale, capisci che è così che doveva andare, il libro non poteva finire in nessun altro modo. Bellissimo, lo consiglio.

Cormac McCarthy (1933) è uno scrittore statunitense

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