Arte e letteratura

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ARTE E LETTERATURA

Il connubio arte e letteratura ha stimolato nel tempo moltissimi scrittori e portato alla creazione di opere avvincenti, soprattutto perché, diciamocelo, pittori, scultori e artisti in genere sono protagonisti di vite tormentate che ben si prestano ad essere romanzate. Basti pensare alle difficoltà che ogni artista ha provato sulla propria pelle prima di vedere riconosciuto il proprio estro creativo, la fatica per affermarsi e riuscire a vendere il primo quadro ed è già materiale per una storia accattivante.

Per molti critici un quadro dovrebbe parlare da sé, ma osservare un’opera conoscendo l’artista e ciò che c’è dietro permette di amplificare l’esperienza visiva. Per mio conto posso affermare che leggere romanzi ispirati a personaggi dell’arte ha su di me l’effetto inebriante del visitare un museo con la guida di fianco, che mi racconta vite sofferte, aneddoti, dettagli che di sicuro mi sarebbero sfuggiti.

Sono davvero tantissimi gli scrittori che hanno realizzato biografie romanzate di grandi artisti, come di consueto, mi limiterò a presentarvi libri che conosco, che ho letto e amato, e mi sento di consigliare.

Irving Stone – Brama di vivere
Questo romanzo è imperdibile per tutti gli appassionati di Van Gogh. In questa biografia romanzata, Irving Stone ripercorre la vicenda umana e pittorica di Vincent Van Gogh (1853-1890) basandosi sulla corposa corrispondenza tra Vincent e il fratello Theo, mercante d’arte, che per dieci anni lo mantenne a sue spese, senza mai smettere di credere nel suo talento. Delle 820 lettere scritte da Vincent Van Gogh nell’arco della sua breve esistenza, 651 sono indirizzate al fratello Theo e hanno la valenza di un diario, da cui è stato possibile ricavare la personalità del grande pittore, i suoi dubbi di uomo, la brama di vivere per dipingere, l’ansia di veder riconosciuto il proprio lavoro. Nelle lettere che inviava al fratello Theo, raccontava le sue esperienze quotidiane, descriveva ciò che dipingeva e inviava bozzetti e disegni dei suoi lavori, oltre alle tele, prontamente spedite una volta terminate. Lo scrittore Irving Stone (specialista in biografie) è abilissimo nel dare voce ai pensieri del pittore, fedele nelle ricostruzioni, presentandoci il percorso artistico di Vincent Van Gogh che non ha uguali nell’intera storia dell’arte per potenza e brevità: novecento dipinti e di più di mille disegni in soli dieci anni di attività. Un’esistenza in cui la vita si identifica con la pittura in un drammatico crescendo di tensione interiore e abbagliante creazione artistica, una vita vissuta al limite della follia, sospesa tra esaltazione e depressione, per poi terminare con una morte assurda, avvenuta in circostanze ancora non del tutto chiarite. La lettura del romanzo è intensa ed emozionante fin dai primi capitoli, la parola d’ordine è: non lasciatevi spaventare dalle seicento pagine, finiranno in un attimo!

Camilo Sánchez – La vedova di van Gogh
Dopo aver terminato “Brama di vivere” di Stone, la vostra mente di acuti lettori sarà inchiodata su un interrogativo spinoso: se Vincent nella sua vita di pittore riuscì a vendere un solo quadro (precisamente “I mangiatori di patate”) e il fratello Theo morì sei mesi dopo, chi ha fatto di Vincent il grande pittore che conosciamo? La risposta è nel romanzo di Camilo Sánchez che ci racconta cosa avvenne dopo.
La struggente vita di Vincent e la sua tragica morte hanno contribuito alla creazione del mito Van Gogh, ma la fama del pittore si deve unicamente, ripeto unicamente, alla vedova di Theo, Johanna van Gogh-Bonger: è lei la figura chiave, è lei che dobbiamo ringraziare, per aver preservato le tele e le lettere di Vincent, e per aver consegnato al mondo intero l’arte del cognato.
Lo scrittore argentino ricostruisce con precisione questa toccante vicenda, basandosi sui diari personali di Johanna Van Gogh. Quando Theo muore, Johanna ha ventotto anni e si ritrova sola nella casa di Parigi, con un bambinello nella culla: si chiama Vincent, come lo zio pittore. Johanna è disperata, senza mezzi di sostentamento.
«Cieli, occhi, corvi, girasoli: dovunque giri lo sguardo, Johanna vede dipinti di Van Gogh. Splendono nel buio, la svegliano all’alba; prima del canto degli uccelli, prima dei rumori di Parigi che riparte. La gente non li capisce, non li ama. Li usa come fondi d’armadio, per tappare i buchi del pollaio.»
Lascia Parigi e torna nella sua Olanda, con grande coraggio apre una locanda. Dopo di che, poco alla volta, fa arrivare da Parigi i quadri di Vincent e li appende in ogni stanza: è il suo omaggio al cognato artista, una sorta di museo segreto. Johanna sola, cresce suo figlio. Di giorno accoglie gli ospiti, di notte scrive il suo diario personale o legge le lettere di Vincent che Theo ha gelosamente conservato: una mimiera di colore e di poesia. Prima o poi passerà qualcuno in grado di comprendere quelle tele, ne è certa. Il resto è Storia, con la esse maiuscola. Un romanzo che vi terrà incollati alla pagina e vi permetterà di conoscere un altro pezzo di storia del grande Vincent VanGogh.

Susan Vreeland – La passione di Artemisia
In questa biografia romanzata, Susan Vreeland mette in risalto lo spirito indomito della prima grande pittrice celebrata e riconosciuta nella storia dell’arte: Artemisia Gentileschi (1593-1654). Visse in un tempo e in un mondo ostile alle donne, eppure riuscì a imporre la sua arte e a difendere strenuamente la sua visione dell’amore e dell’esistenza. Suo padre, il grande pittore Orazio Gentileschi, riconobbe il talento della figlia e la avviò precocemente all’esercizio della pittura. Fu proprio il suo maestro a violentarla, dopo diversi approcci rifiutati. Artemisia aveva diciotto anni. All’epoca si poteva estinguere il reato di violenza carnale con il matrimonio riparatore, ma si scoprì presto che Tassi era già sposato e così ebbe inizio la vicenda processuale. Artemisia oltre alla violenza subì l’onta di un processo pubblico nella Roma papalina, forse il primo caso di stupro documentato. Racconto questa vicenda perché influì profondamente nella vita della pittrice. Il quadro che immediatamente si associa al suo nome è “Giuditta che decapita Oloferne” (lo dipinse due volte), una tela potente, cruenta, che secondo i critici trasuda il desiderio di rivalsa rispetto alla violenza sessuale subita. Artemisia fu la prima donna a essere ammessa all’Accademia delle arti del disegno di Firenze, tra le sue amicizie si annoverano Galileo e Michelangelo. La Vreeland ci regala la vita intensa di questa pittrice, una lettura scorrevole con numerosi spunti su cui riflettere. Vi regalo una chicca: l’immagine scelta per la copertina nell’edizione Neri Pozza è “Santa Cecilia che suona la spinetta”, opera di Orazio Gentileschi, quadro che appartiene alla collezione della nostra splendida GNU, la Galleria Nazionale dell’Umbria di corso Vannucci, Perugia.

Irving Stone – Il tormento e l’estasi
Se amate l’arte, anche questo romanzo è irrinunciabile. Irving Stone racconta il grande Michelangelo, la sua vita tormentata e burrascosa, segnata da sofferenze e umiliazioni ma anche di grandi trionfi. Il suo amore per Vittoria Colonna, la sua passione sfrenata per il marmo, il tormento di fronte al blocco informe, l’estasi per la vita e l’arte. Il romanzo descrive il percorso artistico di Michelangelo e la creazione delle sue opere nella cornice di un periodo di grande fermento artistico della storia italiana. Michelangelo morì a novant’anni, molto visse, molto creò. Irving ci regala l’affresco di un’epoca straordinaria dipinto con notevole maestria e passione. Lo scrittore statunitense visse diversi anni a Firenze, prese anche lezioni di scultura per calarsi nel personaggio di Michelangelo cui doveva ridare vita con la sua penna. L’ho fatto anch’io: dopo aver letto il romanzo sono stata a Firenze, due giorni interi dedicati all’artista, ho visitato tutto il visitabile, da casa Buonarroti alla sua tomba nella basilica di Santa Croce, passando per tutte le sue opere.

Mariangela Menghini – Pietro mio
Questo romanzo è stato per me una scoperta, racconta un Perugino insolito, descritto con la sua grandezza e le sue fragilità dalla sua giovanissima moglie, Chiara Fancelli, modella prediletta, che prestò il volto alle famosissime Madonne del divin pittore. Mariangela Menghini ci presenta un Pietro Vannucci da un punto di vista inedito, perché Chiara è un fantasma e narra la sua storia con la consapevolezza di donna post moderna che ha visto passare sotto i suoi occhi cinquecento anni di storia e di emancipazione femminile. Siamo nel 1504, Pietro Vannucci è un affermato pittore ma c’è il nuovo che avanza, e fa paura. Ha un nome, si chiama Raffaello. Chiara avverte lo sgomento e le preoccupazioni di “Pietro suo”, che riconosce la bravura del giovane Raffaello e ribassa il suo compenso, per riuscire ad accaparrarsi grandi opere e battere la concorrenza. Sulla base di lettere manoscritte, documenti del tempo e pubblicazioni di massimi esperti in materia, la Menghini arricchisce il romanzo con l’immaginazione e le competenze di una conoscitrice di arte, con trent’anni di esperienza da insegnante e guida turistica umbra, restituendo un Perugino inconsueto e una storia tutta femminile rimasta in ombra per troppo tempo.

Tra i romanzi in tema arte che ho letto e amato vi consiglio segnalo anche:

Tracy Chevalier – La ragazza con l’orecchino di perla
Ambientato a Delft, nell’Olanda del Seicento, è la storia di Griet, la ragazza con la cuffia e gli occhi grandi, a servizio nella casa del pittore Vermeer.

Melania G. Mazzucco – La lunga attesa dell’angelo
Ambientato nella Venezia di fine ‘500, il romanzo è la biografia romanzata del grande Tintoretto e di Marietta, figlia illegittima avuta da una prostituta e, per scherzo della genetica, l’unica tra la sua numerosa prole ad aver ereditato il talento pittorico del padre.

Irving Stone – Vortici di gloria
In questo romanzo lo scrittore ripercorre le vicende umane e artistiche di personalità d’eccezione: gli esponenti dell’Impressionismo francese. Al centro della vicenda è Camille Pissarro, la cui vita è strettamente intrecciata a quella di Monet, Manet, Degas, Renoir, Cézanne, Sisley, Gauguin, Van Gogh, Baudelaire, Zola, che popolarono la scena artistica francese nella seconda metà dell’Ottocento.

Buona lettura e alla prossima!

Fabiola

 

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