Jerzy Kosinski: Oltre il giardino
Titolo originale: “Being There”, 1970
Prima edizione italiana: “Presenze” – Mondadori, 1973
Tra gli ultimi arrivi nella mia libreria c’è “Oltre il giardino” di Jerzy Kosinski, autore che ho conosciuto grazie all’omonimo film visto qualche mese fa, con la sceneggiatura curata dallo stesso scrittore.
Il romanzo uscì nel 1970, il film con Peter Sellers e Shirley MacLaine, invece, è del 1979. Il libro il cui titolo originale è Being There del 1970 fu pubblicato in Italia nel 1973 da Mondadori con il titolo Presenze; successivamente da Feltrinelli con il titolo Oltre il giardino e poi da Minimum fax nel 2014.
Il romanzo narra la vicenda di Chance, orfano dalla nascita, che vive un’esistenza modesta e appartata, curando il giardino di un anziano signore che lo ha accolto in casa. Chance è un bambinone idiota completamente analfabeta ma dal cuore puro, perché vive in un mondo tutto suo, ignaro di quanto succede fuori dal giardino; unica sua compagna è la televisione che guarda senza sosta e che assorbe come fosse verità assoluta.
La morte dell’anziano e la successiva vendita della casa costringe Chance a uscire per la prima volta in strada e confrontarsi con il mondo vero. E come Mr. Magoo – l’omino calvo e miope del cartoon (illuminante la prefazione di Giorgio Vasta) – va a spasso per la città sfiorando tragedie senza esserne consapevole.
Per un caso fortuito Chance arriva nella casa del magnate Benjamin Rand, direttore di un istituto finanziario collegato al governo. La sua ingenuità sconcertante sarà scambiata per saggezza filosofica e in poco tempo Chance diventerà commentatore politico e guru della finanza. Chance è un nuovo Don Chisciotte o Bartleby, Myskin, Forrest Gump, con tutto il fascino che tali personaggi sono in grado di esprimere.
Cercando notizie sullo scrittore, ho scoperto che Jerzy Kosiński (1933-1991), polacco e di famiglia ebraica (poi naturalizzato statunitense) visse un’infanzia segnata dall’occupazione nazista, nascosto con la famiglia sotto falsa identità in un villaggio rurale della Polonia. Emigrò negli States nel 1957 a 24 anni, portandosi dietro la vicenda di sradicamento che raccontò nel suo esordio letterario L’uccello dipinto, romanzo crudo e feroce che ispirò Ágota Kristóf per la sua Troilogia della città di K. Per questo romanzo fu accusato di plagio e saltò fuori perfino un ghostwriter, tesi mai confermata ma che gettò ombre sulla carriera letteraria dello scrittore.
Nonostante il National Book Award che si aggiudicò grazie a Steps, il suo secondo romanzo, non superò mai l’onta che pesava sul suo nome. Soffrì di una forma grave di depressione che lo condusse alla morte: si toglie la vita nel bagno del proprio appartamento newyorkese. Lasciò una nota scritta a mano: “Sto per addormentarmi un po’ più a lungo del solito. Chiamiamola eternità”.
La mia edizione:
Jerzy Kosinski – Oltre il giardino, pp 136
Minimum Fax, 2014
Prefazione Giorgio Vasta, traduzione Vincenzo Mantovani