Colum McCann
Questo bacio vada al mondo intero
(titolo originale: Let the Great World Spin, 2009)
E’ il romanzo vincitore del National Book Award 2009 e mi ha appassionato fin dalle prime pagine, perché inizia con la storia di Corrigan che, a consuntivo, tra le tante raccontate è quella che mi è piaciuta di più.
Siamo nel 1974, c’è uno strano sacerdote che aiuta le prostitute del Bronx e un gruppo di madri i cui figli sono caduti in Vietnam e poi una coppia di artisti sballati e altre figure che negli ultimi capitoli si fondono insieme in un puzzle perfetto.
Durante la lettura non si capisce subito come i nuovi personaggi s’incastreranno nel flusso della trama, l’unico elemento in comune, almeno in apparenza, è quel “pazzo” di Petit che sta passeggiando sul filo a 400 m da terra, sotto lo sguardo allucinato dei poliziotti e della folla radunata in strada.
Il mio è stato un continuo innamoramento, come si ha con i libri perfetti, dieci e lode per via dello stile pulito e raffinato, ma anche per quelle frasi di pura poesia che ogni tanto McCann ci regala, tipo: «La sola cosa per cui valeva la pena intristirsi era sapere che a volte in questa vita c’è più bellezza di quanta il mondo possa reggerne».
L’atmosfera di attesa, che pervade tutto il libro (cadrà o non cadrà) è elemento di fascino, la presunzione e la sicurezza di Petit nel compiere l’impresa impossibile è incentivo e spinta a reagire, per tutte le persone impantanate nella disperazione, l’amarezza, la noia, la disillusione della vita.
Due storie a mio giudizio sono meno riuscite e fanno allentare un po’ il ritmo nella parte centrale ma nulla tolgono all’insieme del romanzo che è splendido, ve lo consiglio spassionatamente. E tanto che ci siete, leggetevi anche “Toccare le nuvole” di Philippe Petit, il diario racconto della straordinaria impresa nei minimi dettagli.