SAUL BELLOW: Herzog
Titolo originale: Herzog, 1964
Mondadori Editore
La mia passione per Saul Bellow è smisurata, ormai è cosa palese. Qui siamo di fronte ad un capolavoro descrittivo, il personaggio di Herzog è straordinario, un uomo intento a districarsi tra la quotidianità della vita e i voli pindarici della sua frenetica mente.
Herzog difende la sua individualità e il suo modo di pensare all’interno della società di massa in cui non si riconosce, a costo di passare per pazzo irrazionale. “Se sono matto, per me va benissimo” è l’incipit spiazzante del romanzo.
Si deprime per non riuscire a trovare il significato dello stare al mondo e per la sua incapacità di sopportare le bassezze culturali ma nello stesso tempo è una persona sensibile che si affligge per i soprusi, i bambini maltrattati, le guerre ingiuste, la corsa agli armamenti.
L’azione rimane in secondo piano rispetto all’analisi delle emozioni, i fatti servono per trovare la base su cui imbastire elucubrazioni cerebrali. “Che terribile handicap avere un’anima”. Affascinanti le disquisizioni con i grandi filosofi sui temi esistenziali, vere raffinatezze culturali, o con i grandi uomini con i quali discute di politica, attraverso la scrittura di finte lettere. Vivi o morti non fa differenza, lui scrive lettere come fossero da spedire.
La storia è narrata con eleganza, un linguaggio ricercato ma senza ostentazioni con bruschi passaggi dalla prima persona (Herzog) ad un narratore esterno alla vicenda, dal tempo presente a continui flashback indietro nel tempo. Herzog si convince della sua ineluttabilità di uomo destinato a soffrire per propria scelta ma la disperazione si alleggerisce di pari passo con la storia, fino alla presa di coscienza finale. Sono le piccole cose – gli affetti familiari, le incredibile meraviglie della natura, una buona cena, il corpo generoso di Ramona – a dare un senso all’esistenza.
Davvero un gran bel libro, di quelli che ti lasciano una sensazione di perdita quando arrivi all’ultima riga. E’ molto di più di un romanzo, è una miniera di spunti e riflessioni. Da leggere e rileggere, per gustare le delizie disseminate lungo la narrazione.
Saul Bellow (1915-2005) è stato uno scrittore statunitense di origini canadesi.
Premio Nobel letteratura 1976